martedì, agosto 30, 2005

Un appello

Un appello molto importante per la tutela dei nostri corsi d’acqua.

Alla pagina
http://www.wwf.it/lavoro/petizioni/acque.asp del sito del WWF Italia troverete un appello per il recepimento e l'applicazione della Direttiva Quadro Acque 2000/60 CE, rivolto al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Ambiente.
Alla pagina
http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28002b.htm troverete la Direttiva in oggetto.
E' estremamente importante raccogliere sottoscrizioni di scienziati, ricercatori, esperti e addetti ai lavori in materia di acque (dirigenti regionali, di ATO, Autorita' di bacino, professionisti....). Valutate l’eventuale sottoscrizione e se possibile datene massima diffusione attraverso i vostri contatti in modo da poter raccogliere un adeguato numero di sottoscrizioni e poterlo consegnare ai destinatari in tempi brevi.

Nel Salento#1













Otranto agosto 2005

Il navigatore


Che dite, starà pensando a quale sia la strada più breve per raggiungere la meta?

(Otranto, Baia dei Turchi, agosto 05)

domenica, agosto 28, 2005

21 agosto 2005: ciao Mario

Street Spirit (Fade Out)
Rows of houses all bearing down on me
I can feel their blue hands touching me
All these things into position
All these things we'll one day swallow whole
And fade out again and fade out This machine will not communicate
These thoughts and the strain I am under
Be a world child, form a circle
Before we all go under
And fade out again and fade out again
Cracked eggs, dead birds
Scream as they fight for life
I can feel death, can see it's beady eyes
All these things into position
All these things we'll one day swallow whole
And fade out again and fade out again
Immerse your soul in love
Immerse your soul in love.

sabato, agosto 20, 2005

In partenza!!!

Oggi inizia la trasferta pugliese: 5 ore di treno per raggiungere il Biondo, domattina via verso il Salento.
Aggiornamenti del blog con resoconto del matrimonio di Paby e Brunella al ritorno, verso la fine del mese.
Saluti!!!

mercoledì, agosto 17, 2005

La solita sfiga...


Martedi scorso, poco prima delle 15: un autista dell'ATC ha pensato bene di distrarsi un pò...
(foto: Benedetto Marchese)

sabato, agosto 13, 2005

Buona visione#3


Un film da cercare e vedere, uscito sotto silenzio quasi un anno fa. Straordinario il protagonista, Luciano Marica, intervenuto col regista a Castelnuovo, alla rassegna CinemaCultura 2005.

Dal sito kwcinema.it:

Cosa possono fare un gruppo di pescatori sardi contro la Nato? Come possono riappropriarsi del proprio mare e della propria terra?
Lo racconta Piccola Pesca di Enrico Pitzianti distribuito dalla Pablo di Gianluca Arcopinto.
Figlio di un altro lavoro, il documentario 'Un anno sotto terra' dedicato all'occupazione di una miniera di quella zona, 'Piccola Pesca' racconta, tra passato e presente, più di cinquant'anni di presenza militare americana sulle coste meridionali della Sardegna. A partire dall'inizio degli anni Cinquanta infatti, questa zona è diventata un luogo privilegiato delle esercitazioni militari come mostrano le immagini di repertorio inserite nel film. Attraverso le interviste con i pescatori e gli ex pastori il film ricostruisce le conseguenze della presenza della Nato sul territorio, dall'espropriazione delle terre ai terribili disagi vissuti dai pescatori che per molti giorni dell'anno non possono andare in mare, fino all'aumento di un cancro che al centro oncologico di Cagliari definiscono il cancro di Teulada ma di cui non esistono dati scientifici ufficiali.
Protagonista del film è Luciano Marica che insieme ai suoi colleghi, i pescatori di S. Anna Arresi, Teulada, S. Antioco, San Giovanni Suergiu, Portoscuso, Calasetta, Carloforte, porta avanti da otto anni la sua guerra contro le esercitazioni Nato. "Tutto quello che è stato raccontato in questo film è vero - ha raccontato a Roma - Io lavoro in mare da 42 anni e da otto anni combatto perchè questa situazione finisca. La presenza dei militari ci ha rovinato, io ho due barche e sette marinai se non pesco come faccio a pagarli?".
Il film si interrompe con una prima vittoria, un indennizzo per i danni subiti, ma la battaglia di Luciano e i suoi compagni nel frattempo è proseguita arrivando anche a bloccare un' esercitazione che coinvolgeva undici nazioni per un'intera settimana costringendo l'intervento del sottosegretario alla Difesa. Dopo dieci mesi di occupazione portata avanti dalle marinerie di S. Anna Arresi e Teulada, i pescatori hanno ottenuto dal Ministero della Difesa la promessa per iscritto della bonifica del mare dalle bombe inesplose ed un indennizzo superiore a quello previsto in precedenza.
"I pescatori hanno portato avanti la loro lotta - ha detto il regista - ora la palla passa alla società civile e politica. Le cose stanno cambiando, prima avevamo un presidente della regione che andava col binocolo a vedere le esercitazioni, adesso il presidente Renato Soru ha dichiarato apertamente che gli americani devono andare via dalla Maddalena e che bisogna dismettere il poligono di Teulada".

lunedì, agosto 08, 2005

Ken Loach a Castelnuovo Magra

Martedì 9 agosto
…RESISTENZE IN TERRA DI SPAGNA
Incontro-dibattito con Ken Loach – Regista,
Poalino Ranieri – Commissario Politico della Brigata Garibaldi Ugo Muccini, Medaglia d’Argento alla Resistenza,
Giovanni Pesce – ex- Combattente della Guerra di Spagna, Comandante Gappista, Medaglia d’Oro alla Resistenza
Appunti Partigiani
Letture di Giuseppe Cederna
Musiche di Alessandro Picci
Ore 18.00

Cinema e Libertà
TERRA E LIBERTÀ
(Land and Freedom, Gran Bretagna/Spagna/ Germania/Italia, 1995)
di Ken LOACH
con Ian Hart, Rosana Pastor, Iciar Bollain,Tom Gilroy, Frederic Pierrot
con la partecipazione del regista Ken LOACH
presenta Ariodante Roberto Petacco
ore 21.30
Giardino del Palazzo Civico

martedì, agosto 02, 2005

La strage di Bologna 25 anni senza verità

La strage della stazione di Bologna è del 2 agosto 1980. Venticinque anni fa e i parenti delle vittime, 85 morti e 200 feriti, sono ancora lì a chiedere la verità sugli ispiratori e sui mandanti dell'eccidio. Il segreto di Stato di cui da tempo si chiede l'abolizione non consente che si faccia luce piena, censure, depistaggi, deviazioni fatti da apparati dello Stato, muri di gomma ieri come oggi continuano. In più si sono aggiunte le false verità, le confusioni non casuali e le voglie di protagonismo di personaggi come un ex presidente della Repubblica, le ambiguità di commissioni di inchiesta come la Mitrokin. Nel primo processo di Bologna vennero condannati all'ergastolo come esecutori materiali Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, a decine di anni per banda armata, depistaggio, istigazione a un gruppo di neofascisti romani e a ex ufficiali dei servizi segreti. Nel mazzo dei condannati c'erano anche il venerabile Licio Gelli e il suo collaboratore in trame segrete Pazienza. Sei anni prima sulla linea ferroviaria Firenze-Bologna era avvenuta la strage dell'Italicus, un treno rapido, una bomba, 12 morti e 44 feriti. Si rifà il processo nel '94: conferma dell'ergastolo per la Mambro e Fioravanti e dieci anni per i depistatori. Insiste a voler cooperare con la giustizia il senatore Cossiga che indica una prima fantomatica pista arabo-palestinese, poi si dichiara convinto dell'innocenza di Fioravanti e della Mambro: "Non ho mai ritenuto i due responsabili dell'eccidio di Bologna. L'ultima assai debole sentenza è da ascriversi alle politiche". Gli risponde il presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime: il programma terroristico del neofascismo consiste in una aggressione continua, a pioggia, che deve intimidire i comunisti, rafforzare l'organizzazione militare, scardinare il sistema. Attentati alle sedi dei partiti della sinistra alle cooperative, stragi nelle piazze e sui treni. Nella lotta armata i fascisti engages diventano degli enrages. Sentite il racconto di uno che milita a Roma in Ordine Nuovo "avrei voluto far saltare l'obelisco di piazza del Popolo, questi bastardi seduti ai caffè piangerebbero anni sullo stupro compiuto. Sfaccendati privi di spina dorsale. Noi siamo per lo scontro uomo contro uomo. Prima di partire i nostri vengono preparati moralmente perché imparino a spaccare le ossa anche se uno si inginocchia e piange". Questo odio è anche espressione di debolezza, tende a caricare sugli altri il proprio fardello d'incertezza e di paure. Le letture di questi terroristi sono le opere razziste di Evola e del prenazismo di von Salomon, le cronache dei Freu korps, i volontari che alla fine della Prima guerra mondiale continuano a difendere i confini orientali del Reich. I proscritti von Salomon e la Ricolt contro il mondo moderno di Evola sono i libri che il filosofo Paolo Signoretti, uno degli indagati per la strage di Bologna, porta nel suo zaino. Per i terroristi neri le armi diventano oggetto di culto. Molti militanti hanno tagliato con la legalità nell'adolescenza. Fioravanti dice "mi sono trovato a fare la lotta armata perché mi piaceva farla, posso dire che era l'unica cosa che io potevo fare e che la mia mente potesse concepire. Della sconfitta non mi sono mai preoccupato perché siamo una generazione di sconfitti". "Spiace vedere personaggi legati al governo prendere sul serio le panzane e le tesi fantastiche del senatore" e si riferisce a due deputati della destra che hanno chiesto la riapertura delle indagini sulla pista araba. Ma Cossiga insiste: "A Bologna non è ancora caduto il Muro di Berlino, non è stata smontata la Cortina di ferro. Per la causa della sinistra i colpevoli dovevano essere i fascisti. Per la causa dovevano essere responsabili della strage i fascisti e quello che per la causa doveva essere è". L'ex presidente emerito della Repubblica non spiega per quale arcana ragione negli anni '80 dei terroristi arabi dovessero partecipare alla catena di stragi che insanguinarono quel periodo ed escludere un terrorismo nero che ne rivendicava orgogliosamente la responsabilità. I Nar, i guerrieri di Franco Freda che si riuniscono all'Holiday Inn di Bardolino davanti al quale squadre innalzano i labari e le croci uncinate. Sono accorsi anche i rappresentanti di Salò e delle formazioni naziste delle SS italiane e delle brigate nere.

Giorgio Bocca (da La Repubblica)